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MATILDE

Matilde è l’ultima figlia nata di Alessandro Manzoni ed Enrichetta Blondel.
Nasce a Lambrate nell’ottobre del 1859.
È una ragazza bionda, con la carnagione chiara, e ha una bella calligrafia con la quale scrive lettere alla mamma Enrichetta e al papa Alessandro
che vede di rado.
A 5 anni venne mandata in monastero, dove fortunatamente trova la sorella Vittoria.
A 11 anni si definiva orfana essendo senza la mamma fisicamente e il papà praticamente assente ancor di più dopo il matrimonio con Teresa.
Matilde era di salute fragile, aveva un temperamento docile e piaceva perché aveva un contegno affidabile e modesto.
La casa paterna, non era il luogo dove si sentiva a suo agio e spesso era ospite della sorella Vittoria.
Da Vittoria visse i suoi ultimi anni, durante i quali si scrisse spesso con il padre, facendo trasparire la sua malinconia e la sua grande voglia di riavvicinarsi a lui. Quest’ultimo non andrà mai a farle visita.
Morirà a 26 anni a Siena il 30 ottobre 1856 stroncata dalla tubercolosi.

Matilde è il personaggio triste della famiglia Manzoni, tanto da essere definita la figlia dimenticata dello scrittore.
Al rapporto mancante con il padre, freddo e distaccato, (in una lettera fa capire che lo ha sentito sempre distante), si aggiunge una salute fragile.
Matilde fa tristezza perché ha un disperato bisogno di avere vicino a se il padre, lo pregherà in tutte le sue lettere di farle visita probabilmente spera che la sua salute si aggravi a tal punto che lui si precipiterà da lei..cosa che non accadrà mai!
E’ però sostenuta dall’affetto della sorella Vittoria, del cognato Bista e dei
nipotini, infatti si trasferisce da loro per cambiare aria e ciò le potrebbe
fa bene, ma soprattutto perché vivere a casa Manzoni con Teresa era
improponibile per lei.
Non avrà modo di provare sentimenti esterni alla famiglia: l’unica
amicizia amorosa che poteva nascere si bloccò subito quando
l’interessato già vedovo della moglie malata di tisi, si accorse che lei era
malaticcia.
Di lei potevano rimanere i suoi diari, chiederà però alla sorella di
distruggerli.. poche pagine verranno trovate fra gli scritti di Bista.
Il gesto ultimo del padre sarà quello di dedicarle una bellissima epigrafe:
“vita bella di virtù, che sublimano il sesso”

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