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Introduzione

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Il XIX secolo fu un'epoca in cui molte malattie infettive erano ancora diffuse e spesso rappresentavano una grave minaccia per la popolazione. Epidemie di malattie come la malaria, la tubercolosi, il colera e la febbre tifoide erano comuni; queste malattie spesso colpivano le aree povere e sovraffollate delle città, dove le condizioni igieniche erano precarie.​ Per contrastare queste malattie, la professione medica italiana subì importanti cambiamenti: all'inizio del secolo, la figura del medico era spesso legata a tradizioni e credenze popolari, tuttavia, nel corso del secolo, l'istruzione medica si sviluppò e divenne sempre più formale e scientifica. Furono fondate scuole di medicina e istituti di ricerca, che contribuirono alla formazione di medici più competenti e all'avanzamento delle conoscenze mediche.
Nonostante ciò, l'approccio alle cure mediche era ancora influenzato da diverse teorie arcaiche, come la teoria umorale o la teoria miasmatica delle malattie. Fortunatamente, durante questo periodo, si assistette anche a un progresso nella conoscenza delle cause delle malattie e all'adozione di metodi di cura più scientifici; furono sviluppati nuovi farmaci e tecniche di intervento chirurgico, come l'uso di anestesia e antisepsi.
Infine, per migliorare l'organizzazione sanitaria e l'assistenza medica, furono create istituzioni sanitarie pubbliche e vennero promulgate leggi per migliorare l'igiene pubblica e la prevenzione delle malattie; furono anche introdotti nuovi metodi di registrazione delle malattie e di raccolta dei dati sanitari.

Malattie e cure nel 1800

Durante il XIX secolo, le complicazioni del parto, come l'emorragia post-partum, l'infezione, la distocia (difficoltà nel parto), la preeclampsia e l'eclampsia (condizioni caratterizzate da pressione sanguigna alta e convulsioni), erano cause comuni di morbilità e mortalità materna. Queste complicazioni erano spesso legate a problemi come la mancanza di igiene durante il parto, la mancanza di assistenza medica qualificata e la mancanza di interventi chirurgici e farmaci moderni per gestire le emergenze.

Inoltre, il periodo post-parto era anch'esso a rischio per la madre: l'infezione puerperale, nota anche come febbre puerperale o febbre del latte, era una grave complicazione che poteva verificarsi dopo il parto a causa di infezioni uterine (e poteva portare alla morte). (1)

Una malattia molto diffusa era la bronchite,  una condizione infiammatoria che colpisce le vie respiratorie, in particolare i bronchi, causando sintomi come tosse persistente, produzione di muco e difficoltà respiratorie.

Le condizioni igieniche e sanitarie precarie dell'epoca contribuivano alla diffusione delle malattie respiratorie, comprese le bronchiti: le abitazioni sovraffollate, la mancanza di sistemi di ventilazione adeguati e l'esposizione a sostanze irritanti come fumo, polveri e vapori chimici aumentavano il rischio di contrarre bronchiti.

Inoltre, le condizioni di vita nelle aree urbane industrializzate, con l'inquinamento atmosferico dovuto alle attività industriali in crescita, contribuivano all'aggravarsi di questi malanni e portavano a sviluppare anche altre malattie respiratorie (le polveri sottili e le sostanze chimiche presenti nell'aria potevano irritare le vie respiratorie e aumentare la suscettibilità alle infezioni bronchiali). 

Nel contesto dell'Italia del XIX secolo, le conoscenze mediche sulla diagnosi e il trattamento delle bronchiti stavano ancora evolvendo; gli approcci terapeutici per le bronchiti includevano spesso misure palliative come l'uso di espettoranti per favorire l'eliminazione del muco e la riduzione dell'infiammazione attraverso l'uso di decotti di erbe o vapori. Tuttavia, non esistevano ancora farmaci specifici per il trattamento delle bronchiti e l'approccio principale era volto a fornire sollievo dai sintomi. (2)

Erano presenti anche malattie dell'intestino, quali la gastrite (l'infiammazione dello stomaco, spesso causata da infezioni, uso eccessivo di alcol o irritanti gastrici), 

​le ulcere gastriche (ulcere che si sviluppano nella mucosa dello stomaco, spesso causate da infezioni batteriche come Helicobacter pylori o da un uso eccessivo di farmaci), dispepsie (un termine generico che indica una sensazione di disagio, bruciore di stomaco, gonfiore o indigestione), disturbi digestivi funzionali (condizioni come la sindrome dell'intestino irritabile, caratterizzata da dolore addominale, gonfiore e alterazioni del movimento intestinale). (3)

A livello di malattie più rare, si possono identificare: la paralisi (un termine generico utilizzato per descrivere una condizione in cui si verificava una perdita totale o parziale della funzione muscolare, sia a causa di danni ai nervi che a causa di disfunzioni muscolari. La paralisi (4) poteva avere molte cause diverse e vari gradi di gravità) e il rachitismo (5) (una malattia che colpiva principalmente i bambini e si manifestava come una deformità ossea causata da carenze di vitamina D, calcio e fosforo. La mancanza di esposizione alla luce solare e una dieta povera di nutrienti essenziali erano fattori comuni associati a tale malattia: le persone affette da rachitide presentavano spesso ossa deboli e deformità scheletriche, come gambe arcuate, spalle incurvate e deformità craniche).  

Per trattare questi malanni, si ricorreva spesso a varie tipologie di cure, molto spesso rudimentali ma efficaci; esse erano spesso basate sull'uso di erbe medicinali e composti naturali, come decotti, tisane o unguenti, per trattare una varietà di disturbi. Tuttavia, la comprensione delle proprietà chimiche dei composti e il loro impatto sul corpo umano erano limitati. Molti farmaci oggi ampiamente utilizzati non erano ancora stati scoperti o sviluppati.
Oltre alle terapie farmacologiche, erano comuni anche approcci non farmacologici per il trattamento delle malattie. Questi includevano pratiche come l'idroterapia (uso dell'acqua per scopi terapeutici), l'elettroterapia (uso di corrente elettrica), la fitoterapia (uso di piante medicinali) e la terapia fisica (esercizi e massaggi). (6)

Note

(1)  "Gli occhi di Enrichetta non guarirono dopo il parto; era stata un’illusoria speranza. I medici consigliarono che cambiasse aria." (cap. 2)

(2)  "Era il povero D. Eustachio da alcuni anni periodicamente 203 volte sorpreso da bronchitidi, che rese poi piú frequenti degenerarono in vomiche. Per non alimentare la sua malattia viveasi con somma dieta, nell’astinenza da tutte le cose stimolanti, e con queste cautele passò benino l’estate e l’autunno, senza però poter estirpare il germe della malattia i cui sintomi s’affacciarono di nuovo sul principio del dicembre p. passato. Dopo 15 giorni di cura negativa, venne assalito da acuti dolori di capo, ostinati cosí che lo travagliarono fino alla morte." (cap. 4)

(3) "Saprai che Matilde è incomodata d’una gastrica (malattia qui dominante), la quale però non ha mai avuto un carattere grave, e ora è sul declinare." (cap.6)

(4) "Enrichetta era di nuovo incinta, nell’inverno. Suo padre ebbe un attacco di paralisi" (cap.2)

(5) "Marietta rimase in casa perché di salute gracile, rachitica e gobba. Le fu messo un busto di ferro e fu affidata alla servitú." (cap.1)

(6) "Le notizie della salute di Matilde non erano buone. Era senza appetito e dimagriva. «Le feci prendere sempre le sue pillole di lattato di ferro, mescolato qualche volta con un po’ d’assenzio" (cap.7)

"Ora, limonate, erbe, astinenza assoluta dal vino, guardarsi dai salti di temperatura, e siamo in porto. E codesta povera Luisina, la sua tosse anche lei!" (cap.7)

"Per Manzoni, egli era un grazioso ragazzo, che, vicino o lontano, riempiva la casa della sua persona, e al quale, se lontano, mentre gironzolava per paesi e campagne, bisognava giornalmente scrivere quanta magnesia aveva preso sua madre." (cap.6)

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